La violenza sui bambini è ancora molto diffusa e la maggior parte di essa viene vissuta all'interno della famiglia. Secondo lo studio delle Nazioni Unite sulla violenza nei confronti dei minori, sono milioni i bambini nel mondo vittime di violenza: bimbi pestati a sangue, abusi sessuali, sfruttati nell'accattonaggio, costretti a prostituirsi, lavoro coatto, tortura, mutilazioni sessuali, matrimoni precoci, punizioni fisiche, stupro. La violenza che il bambino subisce sia di tipo fisico, sessuale, psicologica, ha conseguenze terribili e devastanti che lo predispongono ad un futuro di violenza e vivere problemi psicologici.
Il bambino non ha un’esperienza di come funziona il mondo, è un individuo dipendente dall’adulto e nel quale ripone piena fiducia. Per il bambino fiducia significa che tutto non cambia nel tempo, ieri è come oggi e sarà cosi anche domani. Questo è il suo modo di concepire il mondo: quando ha ricevuto attenzione ed amore in relazione ad un suo comportamento, indotto dall’adulto o spontaneo, lo ripeterà pensando che questo e l’unico modo per continuare a riceverle.
Quindi il bambino impara ad usare quei pensieri, quelle emozioni, quei comportamenti che servono per ricevere amore. Ma è un amore condizionato perché segue delle regole, delle imposizioni, dei comportamenti usati per essere accettati ed amati. Questo può essergli fatale perché potrà assumere comportamenti sbagliati indotti dall’adulto “malato”, e subire violenza.
In un ambiente ostile e di violenza il bambino non riceve amore, ma chiede amore e per ottenerlo impara a reprimere e negare se stesso, (il proprio “io”) e perde la libertà di sperimentare, in modo naturale, le varie fasi della vita che portano verso la persona adulta.
Ogni bambino diventerà un adulto e i primi anni di vita pongono le basi di ciò che sarà. Da ciò deriva l'ipotesi che tutti noi trattiamo gli altri come siamo stati trattati da bambini: non possiamo cambiare nulla del nostro passato, se siamo stati disprezzati, umiliati, offesi, violentati, nè cancellare i danni che ci furono inflitti nell'infanzia. Le cose si complicano quando pur di sopravvivere abbiamo rimosso gran parte delle mortificazioni subite, questo è un mezzo efficace di difesa, che comporta lo sviluppo di sintomi psiconevrotici: disturbi della personalità che portano l'individuo a scaricare all'infinito su se stesso e sugli altri la propria sofferenza. Possiamo cambiare noi stessi, "riparare i guasti subiti" quando decidiamo di conoscere gli eventi passati, aiutati da una psicoterapia, prenderne coscienza e abbandonare la prigione invisibile e SPEZZARE LA CATENA DELLA VIOLENZA.