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La violenza nella famiglia non è un fenomeno dei nostri tempi ma vecchio quanto il mondo. Oggi a differenza di ieri è resa pubblica attraverso i mass media e associazioni nate con lo scopo di aiutare la donna a dare voce a un dolore soffocato per anni nel profondo dell’anima aiutandola a riscattarsi da una realtà drammatica, fatta di violenza fisica e psicologica. Nonostante la si inviti ad uscire allo scoperto denunciando il proprio carnefice, mettendo fine a situazioni dolorose e insostenibili che si protraggono da anni; la donna sa che non è un percorso facile e molte volte preferisce rimanere nel proprio dramma,rinunciando alla possibilità di una rinascita, per se e per i figli.
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L’incesto è un rapporto sessuale fra due persone consanguinee ed è una delle esperienze più drammatiche e dolorose che possa sperimentare un bambino. Il tessuto familiare in cui avviene è fortemente disturbato, sovente i ruoli sono confusi, di solito ad una madre attiva e dominante corrisponde un padre passivo e introverso, mentre ad una madre fragile e sottomessa corrisponde un padre dispotico e autoritario. In entrambi i casi i padri possono diventare incestuosi. Il padre padrone vede la donna non come un essere degno di valore, ma come oggetto da modellare a proprio piacimento con l’unico scopo di soddisfare i suoi bisogni. Il padre passivo è un uomo solo e infelice, con una moglie anaffettiva, incapace di dare amore a lui e ai figli, la figlia davanti a tanta solitudine prova tenerezza e gli si avvicina prima per bisogno di ricevere quell’amore negatole dalla madre e poi per dargli quel calore di cui lo priva la moglie: diventando cosi la sua compagna di vita prendendo il posto della madre. Lei gli offre e chiede amore e tenerezza, lui risponde con impulsi sessuali che appartengono a un mondo sconosciuto alla bambina che non ha ancora raggiunto la sua maturità sessuale. Il padre si aggrappa alla figlia in modo morboso e malato, perché avendo grossi problemi di identità non ha avuto la possibilità di diventare un uomo maturo e responsabile. Un rapporto alla pari lo spaventerebbe, può solo far leva sulla figlia che essendo indifesa e dipendente da lui non è capace di reagire contro di lui.
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Un' infanzia violata è un' identità rinnegata. Chi viola l’infanzia di un bambino, forse non sa che in quel momento gli sta negando il diritto di avere una propria identità una propria dignità, e quindi il diritto alla vita.
Un' infanzia violata comporta nel bambino la non identificazione con il suo vero se e il suo mondo emozionale e affettivo sarà disturbato per sempre. Per poter sopravvivere alla violenza fisica e psicologica dovrà dissociarsi dai propri sentimenti, perché la convivenza con il proprio dolore sarà inaccettabile. Quando si vive una realtà familiare dove la violenza diventa il pane quotidiano, la dissociazione dal proprio dolore e quindi dal proprio corpo diventa non una scelta volontaria ma una conseguenza inevitabile. Il bambino non può vivere con la consapevolezza di non essere amato, dapprima comincerà a pensare di non meritare l’amore dei genitori: "se i miei genitori non mi amano è perchè sono cattivo"; ma dal momento che non sentirsi amato procura tanta sofferenza allora lui deve non "sentire" ed ecco che avviene la scissione dai sentimenti.
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La coscienza universale e’ presente in ognuno dalla nascita come se’ interiore. E’ l’espressione della saggezza, della creativita’, e dell’autenticita’.l’autenticita’ e’ l’atteggiamento interiore che ci permette di vivere il momento presente dove i pensieri e le emozioni sono espressione della nostra essenza.se abbiamo avuto la fortuna di crescere in un ambiente “ sano “ che ha rispettato la nostra natura dandoci piena liberta’ di espressione, la nostra di sicuro sara’ una vita serena e poiche’ abbiamo sviluppato una percezione di se’ salda e positiva affrontemo le burrasche della vita attingendo alle nostre risorse ed energie interiori.
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Ho sempre creduto che la consapevolezza fosse un processo fondamentale e inevitabile per la trasformazione e l’evoluzione della coscienza umana, perché una vita spesa al buio non è nemmeno degna di essere chiamata tale. Chiusi nel proprio ego non siamo capaci di sentimenti puri, solo l’illuminazione risvegliando la coscienza dal torpore emozionale ed affettivo, spinge ad amare con il cuore e non con la ragione. Il risveglio è un processo lento e doloroso, sollecitato da un bisogno interiore che implica un disagio esistenziale, e la vita che conduciamo non ci da più le dovute soddisfazioni.